Si
sedette davanti al suo facebook senza avere niente in concreto da
scrivere. Era stufa di tutto. Quando era
alle elementari, desiderava costantemente essere alle superiori.
Un
giorno, all'improvviso, quando fu bocciata al primo esame, si rese
conto che era già alle superiori, e che in realtà non era cambiato
nulla. I compagni erano gli stessi di
sempre e le stesse di sempre. Alcuni se n'erano
andati, però apparivano ogni tanto all'uscita della scuola. I
loro genitori, si, quei due che pare non habbiano ninete di meglio da
fare che discutere e imporre norme, ancora gli controllavano la vita.
Non
disse mai a Lalo che era innamorata di lui,
e aveva appena lasciato Miguel. Gli voleva bene, si, ma tutto era
così noioso... quando compirà diciott'anni di
sicuro le cose cambieranno... Merda, ecco
Lalo. Lalo Losta Sirón. Che nome. “Per che diavolo mi si stringerà
la bocca dello stomaco ogni volta che lo vedo?”
Mise
le dita sopra la tastiera nella classe di informatica e chiuse
facebook.
Scriverà
qualcosa in un'altro momento. Aprì un documento Excel e guardò di
sottecchi Lalo. Ana le dette una gomitata e la voce monotona del
professore le arrivò d'improvviso alle orecchie, nonostante fossero
quindici minuti che parlava.
Dannazione,
aveva voglia di piangere. Non era successo niente
in concreto perchè stesse così triste.
Nessuna disgrazia a casa, nessuna discussione con papà, mamma o suo
fratello.
L'aver
lasciato Miguel l'aveva
fatta sentire una persona
cattiva, crudele. Però decise che no, che non lo era. Quando
ami qualcuno, ogni giorno, ogni momento che non stai con il tuo lui,
lo passi pensandolo, e questo con Miguel non accadeva. Vederlo
era diventata un'abitudine, un'obbligazione. Quello che prima era
un'avventura, prendersi
per mano, vedersi nei corridoi, i baci furtivi.....era
passato a essere una specie di rito senza importanza, come fare lo
zaino la sera o mettersi l'uniforme per andare a scuola.
Le
dava un pò di pena, però questo non era un problema così grande
per farla sentire in quel modo.
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